L'inps, nell’applicare la sentenza della Corte Costituzionale sul blocco delle rivalutazioni delle pensioni, aveva preso un “granchio” perché aveva trasformato in “indebito” la parziale rivalutazione spettante, a seguito della normativa, con la quale è stata attuata la sentenza.
L’effetto paradossale dell’interpretazione dell’Inps è che con l’applicazione del “bonus Poletti”, stabilito dalla legge 109/2015, i pensionati che hanno goduto nel 2012 e 2013 di un trattamento pensionistico pari esattamente a 3 volte il minimo, dal 2014 passino ad un importo inferiore a 3 volte il minimo rivalutato, diventando di fatto percettori di somme “indebite”.
In sostanza l’Inps stava chiedendo di restituire l’incremento parziale che era stato garantito come salvaguardia dalla legge Fornero e le restituzioni avrebbero dovuto cominciare a partire dal 1 marzo prossimo.
L'INCA e lo SPI CGIL hanno subito interpellato l’Inps, con cui hanno avuto un incontro nei giorni scorsi, e l’Istituto ha effettivamente riconosciuto di aver commesso un errore interpretativo che si è impegnato a correggere, modificando il sistema informatico e ripristinando quindi i diritti dei pensionati alla, se pur parziale, rivalutazione.
L’Inps si è anche impegnato a bloccare le richieste di restituzioni e a rifare i conteggi, pertanto i cosiddetti “indebiti” si trasformeranno in crediti a favore dei pensionati.
Siamo soddisfatti di essere riusciti a risolvere in breve tempo la questione interpretativa grazie alla nostra celerità e competenza, ma in ragione del fatto che i tempi della sistemazione totale del problema non saranno brevi, invitiamo tutti i pensionati che ricevessero degli avvisi di “indebito” cioè somme da restituire all’Inps, di recarsi presso i nostri uffici per approfondire la questione e inviare, tramite noi, le necessarie comunicazioni finalizzate alla ricostituzione dell’importo di pensione.