Bilancio sociale Inca 2022.
Brunetta: Patronati, storia di successo e di solidarietà
Il 2024 potrebbe essere l’anno della riforma dei patronati. È la promessa che ha fatto questa mattina Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, intervenendo alla presentazione del Bilancio sociale Inca Cgil 2022. Una riforma ha sottolineato, che deve essere condivisa con le parti sociali per valorizzare questi Istituti e il loro ruolo sociale.
Un impegno importante per Inca, che rappresenta il primo patronato in Italia per volume di attività, ha ricordato Michele Pagliaro, presidente del Patronato della Cgil, con oltre tre milioni di pratiche aperte soltanto nel 2022 e circa cinque milioni di contatti ogni anno, che offre una gamma vasta di servizi a cittadini e cittadine, di natura previdenziale e socioassistenziale. “Un risultato record – ha spiegato Pagliaro illustrando il Bilancio sociale, che rispecchia una straordinaria rete di solidarietà, composta di 2.422 ‘sindacaliste e sindacalisti della tutela individuale’, 3.013 collaboratori, 229 medici legali e 468 avvocati
Il Bilancio sociale 2022, presentato oggi al Cnel nella Sala Plenaria Marco Biagi, si riferisce all’attività degli ultimi cinque anni, contrassegnati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, che oltre a minacciare gli equilibri geo politici e la pace nel mondo, hanno riacceso i riflettori sulle ondate migratorie, facendo emergere una forte crescita della domanda di tutela individuale da parte dei cittadini e cittadine italiani e stranieri.
L'Inca, con 800 sedi in Italia, che coprono la maggioranza dei Comuni e 98 presenze all'estero, in Africa, Europa, Nord America, Sud America e Oceania, ha costituito una rete capillare che assicura assistenza previdenziale e socioassistenziale. Una presenza preziosa che il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha voluto elogiare. “Sono orgoglioso di essere ospite e ospitante di questa iniziativa – ha detto nell’aprire i lavori - perché la vostra è una storia di successo, di solidarietà, di cultura della cittadinanza”. “Di fronte agli sconvolgimenti che stiamo vivendo, questa rete serve a progettare il futuro”, ha continuato Brunetta, sottolineando che “il Cnel è la casa del sindacato, del Terzo settore, di tutti i corpi intermedi”. “Solo chi ha una storia come la vostra, ha un tesoro da spendere, con la passione e la cultura al servizio soprattutto di quei cittadini, che non possono permettersi di ricorrere ai professionisti, che operano con una logica di mercato”, ha concluso.
Un concetto, quest’ultimo, che è stato ripreso da Luigi Giove, segretario confederale della Cgil quando ha affermato che l’Inca, cui si rivolgono soprattutto quelli che non arrivano alla fine del mese, è per la Cgil la prima antenna che ci dice se una legge è giusta o sbagliata; che ci dice dove va modificata. “Chi lavora nel Patronato è un sindacalista della tutela individuale che ci consente di superare gli ostacoli tra la Pubblica amministrazione e il cittadino. Per questo, la tutela individuale è il primo tassello per costruire solidarietà tra le persone.
La definizione più ricorrente emersa nel corso del dibattito è il patronato come presidio di prossimità: Lo ha sottolineato il commissario straordinario di Inps Micaela Gelera, definendo i patronati fondamentali stakeholder per l’Istituto previdenziale pubblico, ricordando gli oltre un milione e duecento mila passaggi di informazioni tra Istituto e Inps, che scandiscono le relazioni. Lo hanno ribadito il Presidente della Conferenza delle Regione e delle province autonome Massimiliano Fedriga, in collegamento con il Cnel e il presidente di Anci Lazio, Riccardo Varone, sottolineando la vasta gamma dei servizi offerti da questi Istituti, tra cui l’Inca in modo preponderante.
Durante l’iniziativa non è mancato il tema dell’intelligenza artificiale, tema sul quale c’è molta attenzione da parte di tutti, partendo dalla necessità di non trasformare il processo di digitalizzazione in un tentativo di cancellare i corpi intermedi, che restano fondamentali. “Dobbiamo essere consapevoli – ha detto Andrea Tardiola, direttore generale Inail – che l’intelligenza artificiale modificherà nei prossimi anni l’Inca e tutti gli Istituti pubblici e privati. Gli studi ci dicono che il 50 per cento degli attuali operatori verrà meno e noi dobbiamo attrezzarci per non disperdere il patrimonio acquisito”. Per Angelo Fabio Marano, direttore per le politiche previdenziali e assicurative del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, “qualsiasi riforma non può prescindere dal sistema informatico; vanno riviste le tabelle e la normativa, ma anche le relazioni tra istituti, che oggi sono incentrate su un sistema cartaceo.
E di riforma ne ha parlato il Presidente Ce.Pa (Acli, Inas, Inca e Ital), Giuliano Zignani, riprendendo le proposte avanzate da Inca, insieme agli altri Patronati del raggruppamento. “Il Ce.Pa attualmente svolge il 50 per cento dell’attività complessiva svolta da tutti i Patronati in Italia. Qualsiasi riforma non può prescindere da questo fatto. Pretendiamo rispetto”, ha concluso.